Serino: non confondete narrativa e letteratura


Parola di G.P.Serino / sabato, Settembre 27th, 2014
Il critico letterario e giornalista  G.P. Serino
Il critico letterario e giornalista G.P. Serino

Gian Paolo Serino è un critico letterario italiano, che, al tempo stesso, da giornalista può annoverare collaborazioni con “la Repubblica”, “Il Venerdì”, “D-la Repubblica delle Donne”, “Rolling Stone”, “GQ”, “Kult” ,”Freek” e Wuz.it. Oltre a quella con Vasco Rossi, “Res Mondadori”, “L’Indice dei Libri”, “Diario della settimana”, “Pulp Libri”, “Traveller”, “Mucchio Selvaggio”, “Campus”, “La Provincia di Como, Lecco, Sondrio”…
Ha pure un passato di editorialista culturale di Avvenire. Ha lavorato per Radio Capital e R101 ed ora scrive per “Il Giornale”.

Oggi, è qui in qualità di ospite maschile con il proposito di continuare ad interrogarmi insieme a voi sul senso delle parole a 360°… per un sano confronto tra le parti ed in vista di una vera conquista della parità dei sessi.

Sì, anche e soprattuto nella cultura!
Una missione, forse,non del tutto impossibile, se si pensa, che in fondo, le parole sembrerebbero non avere sesso. Perchè : “Leggere è ustionarsi, scrivere è bruciarsi vivi”…

F.F.Gian Paolo Serino: un nome che coincide con “letteratura”…
Metterei le minuscole al mio nome e la maiuscola a Letteratura. Oggi si fa tanta confusione tra Letteratura e narrativa. La narrativa è intrattenimento, la Letteratura è entrare nel tempo senza piegarsi ai poteri del tempo. La Letteratura non è di quelli che io chiamo i “classici istantanei”, quei libri che scompaiono non appena li hai letti, pongo ad esempio “Il cardellino” di Donna Tart che, in realtà, “il cartellino” che i lettori “forti” da classifica devono per forza trovare bello per non cadere nelle grinfie di Camilleri (molto più geniale del suo Montalbano perché la sua scrittura si esaurisce in “un filo di fumo”- cito la sua opera migliore e forse meno nota). Premio Pulitzer? Il Premio Pulitzer per la Letteratura non esiste più dal 1983 (chi è interessato a capire perché può indagare: non vi piacciono mica i gialli?). Il Premio Nobel? Finito quando Coetzee l’ha accettato: un autore di capolavori come “Vergogna” o “L’età di ferro” non doveva accettarlo. SE solo avesse pensato che l’ha vinto Dario Fo, uno che ha l’intelligenza più corta del cognome. La Letteratura è anche questo: esporre le proprie idee. Giuste o sbagliate, ma esporle ed esporsi. Oggi i narratori si limitano a rimanere dentro la “gabbia” grafica dei loro libri: non si sporcano le mani con l’inchiostro. E poi continuano a rincorrere, come i critici e lettori, la dittatura della novità: leggono Philip Roth e non conoscono Bernard Malamud. E’ da Malamud che nasce Rotth. Se tutti i lettori di Philip Roth avessero letto Malamud, Roth oggi farebbe il carrozziere.
F.F.La tua passione per Pasolini: come nasce, quando cresce, come riesce a svilupparsi oggi?
Nasce da subito. Nasce da sempre. Nasce dagli “Scritti Corsari”. I romanzi li trovo inutili, infatti ne ha tratto dei  film. Il tanto decantato “Petrolio”, romanzo incompiuto, non l’ho mai letto: è incompiuto secondo Pasolini, perché mai avrei dovuto leggerlo? Nei suoi “Scritti Corsari” c’è il vero Pasolini. C’è la sua voce. Il suo urlo di ìnchiostro. Con gli “Scritti corsari”,  Pasolini è diventato immortale. Nessun meridiano o filologo riuscirà mai a fermare quel grido. Lacerante, che ognuno, dovrebbe portare dentro se stesso per Natura e che, invece, ogni uomo mette a tacere diventando una Natura morta. Pasolini è una Natura viva. Come lo è stato Luciano Bianciardi, a cui Pasolini deve moltissimo.

Un'altra posa di Serino
Serino è anche l’ideatore ed il direttore di Satisfiction

F.F.Quando vale la pena di leggere un libro?
Quando è il libro a leggere Te.

F.F.Secondo te, le parole possono davvero salvare una vita?
Possono complicarla. Salvare le vite è un mestiere che lascio ai medici. La Letteratura è nata per distruggere la vita. L’Odissea di Omero, prendo un esempio, o i Miserabili di Victor Hugo sono un invito a salvare la vita? Sono inviti a giocarla, la vita, a mettersi in prima linea. E quanti lo hanno fatto o lo fanno? E quanti sono ancora vivi?
F.F.Web e esplosione del fenomeno letterario: maneggiare con prudenza? Non si maneggia niente. Si legge e si filtra. Si vive e si impara. Leggere è ustionarsi, scrivere è bruciarsi vivi. Orwell temeva in “1984” che avrebbe vinto la censura, Aldous Huxley ne “Il Mondo Nuovo”temeva che ci avrebbero dato talmente tante informazioni da renderci indifferenti. Secondo Voi, chi ha vinto?

Federica Ferretti