Donne D’Autore: Nicolleta Vallorani prima testimonial


Donna d'Autore / lunedì, Settembre 22nd, 2014
La scrittrice Nicoletta Vallorani, è la prima testimonial di Donne d'Autore.
La scrittrice Nicoletta Vallorani, è la prima testimonial di Donne d’Autore.

Care amiche ed amici, come leggerete di qui a breve, si  parte con una nuova campagna di sensibilizzazione a favore della donna, troppo spesso chiamata a sussurrare le sue emozioni.
Ma ce n’era proprio bisogno?
Sì, perché le donne, a dispetto delle apparenze, non sono ancora del tutto libere nel mondo.
Ogni giorno, qualcuna subisce un sopruso.
Che sia anche solo un “stai zitta” di troppo.
Perciò, con l’intenzione di raccontarvi sempre e ad ogni costo tutto ciò che non si dice, ma si continua a mormorare ancora troppo spesso, oggi chiamo ad intervenire una penna d’oro,  scrittrice e blogger di rilievo, nonché docente presso l’Università degli Studi di Milano: Nicoletta Vallorani sarà la mia  prima “Donna d’Autore“.

Nicoletta Vallorani al lavoro...
Nicoletta Vallorani al lavoro…

A cui, forte della propria esperienza di donna e di intellettuale, chiederei, in 5 importanti domande, di confrontarsi con me, noi, sulla figura della scrittrice a 360 gradi.

F.F.Cosa significa realizzarsi in quanto intellettuale, in un ambiente  dove sembra continuare a farla da padrone il sesso forte?
Nicoletta Vallorani: Diciamo così: gli ambienti che frequento, più o meno per lavoro, sono due: l’università e l’editoria. In entrambi non è esatto dire che non vi siano donne. Quel che accade è che pochissime di esse arrivano a posizioni direttive, o a una qualunque forma di successo che prescinda dalle doti “femminili” che esse possiedono. Intendiamoci, sono ambienti non facili, indipendentemente dal genere di appartenenza. E la credibilità dei contesti cosiddetti intellettuali sta scemando, nel contesto italiano contemporaneo, forse anche

Lousiville
Louisville

con qualche ragione: non credo che gli intellettuali in quanto tali abbiano davvero prodotto un paese migliore. Quindi io preferisco pensarmi come una persona, un essere umano che usa la testa, ma che ama anche molto farsi capire, costruire un ponte con le persone cui si rivolge, imparare a capire. Per questo faccio fatica a capire bene cosa tu intenda quado parli di “intellettuale”. IO non lo sono. Sono una scrittrice, con una formazione culturale complessa e privilegiata, che tuttavia nulla vuole avere a che fare con le forme di cultura chiuse e autoreferenziali, come credo che spesso siano università ed editoria.

F.F. La tua voce è ormai autorevole nella letteratura moderna e contemporanea: quando e come inizi e soprattutto, perché continui?
N. V: No, autorevole non direi. Diciamo che ho scritto molto, provato diversi generi e guadagnato la stima di molte persone.  Non saprei dire quale sia il vero inizio. Diciamo che avevo  cose da comunicare, e l’unico strumento che ho per farlo  è la parola e che continuo a trovare l’unica arte che mi affascina. Non è diversa da altre arti più elementari, e per ora continuo a pensar eche scrivere sia la sola cosa che posso pensare di fare  con intelligenza. Tutto qui. In fondo non è molto complicato. Ci sono donne che sanno fare i conti, uomini che sono capaci di cucinare.
Io scrivo.

Nicoletta in...action
Nicoletta in…action

F.F.Secondo te, la  rinascita intellettuale è ancora possibile?
N.V: Non saprei. Mi sembra ancora più complicata la rinascita etica. Le due procedono appaiata. E l’etica, per ora, è certamente scomparsa.

F.F.C’è un motivo scatenante, una scintilla per cui secondo te, oggi, in una realtà così profondamente inflazionata dai mezzi di comunicazione a vario titolo, una donna si mette a scrivere un libro, pur conscia che avrà vita dura?
N.V: Nessuno si mette a scrivere un libro perché pensa che avrà vita dura. E’ questo il punto: oggi, chi scrive, lo fa pensando che sia una cosa facile, e che possono riuscirci tutti. Non è così, ma è anche vero che i best seller sono per buona parte opere strane, il cui successo è spesso incomprensibile.
Il problema reale credo sia proprio questo: ormai pochi scrivono perché amano farlo e perché desiderano affrontare una sfida. Lo sif a perché si desidera il successo, in molti casi, e si è pronti a ogni cosa pur di ottenere una posizione più alta in classifica, o qualche vendita in più. Non so. Io credo che non vada bene.

F.F.Hai un consiglio per scrittrici alle prime armi?
N.V: No. Chi è davvero scrittore, lo sa. Non ha bisogno dei miei consigli, né di quelli di nessun altro.

Federica Ferretti