Alessandro Angelozzi: la sposa Canalis parla abruzzese


Alessandro Angelozzi Couture / giovedì, Settembre 25th, 2014
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Alessandro Angelozzi: come ti fabbrico il Made in Abruzzo…
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Un commovente momento della Cerimonia- abito di fronte.

La creatività è anche fatta di segni, che, l’uno dietro l’altro, sono in grado di concretizzarsi in abiti esclusivi.
I quali, però, a volte, parlano un linguaggio comune, ovvero il mio, l’abruzzese.
Perciò,  sono lieta di presentarvi una testimonianza a cui tengo particolarmente, quella di un conterraneo come Alessandro Angelozzi che, orgoglioso delle sue radici, è stato capace di esportarle nel mondo.

Diventando così un marchio apprezzato da svariate donne dello spettacolo: tra le sue madrine d’eccezione  Megan Gale, Valeria Mazza, Valeria Marini, Aida Yespica, Moran Atias, Milly Carlucci, Manuela Arcuri, Cristina Chiabotto, Elena Santarelli, Belen Rodriguez, Irina Shayk, Vanessa Hessle

Scatti inediti dell'abito di Elisabetta Canalis
Scatti inediti dell’abito di Elisabetta Canalis

Alcune delle quali, come sto per raccontarvi, lo hanno “amato” al punto da  sceglierlo  per il giorno più bello.
Ecco che il nome di Alessandro, già noto al grande pubblico, è tornato alla ribalta proprio in queste ultime settimane,  legato in maniera inscindibile a quello di  una delle “sirene” di terra più belle della storia: Elisabetta Canalis.

Ma il tutto è maturato nel tempo, “in anni di duro lavoro e gavetta, ben 25 , il cui quartiere generale, come ribadisce il nostro intervistato, è a Garrufo, in provincia di Teramo”.
Signore e signori,  non mi resta che lasciarvi in compagnia del nostro  stilista che, in più, udite udite, oltre allo  straordinario tocco di cui non potrete più fare a meno, pare porti molta fortuna alle ragazze-maschiaccio che non ne vorrebbero mai sapere di accasarsi…
F.F. Alessandro Angelozzi,  ora, è sinonimo di sposa: ma quando capisci che devi dedicarti alla sartoria?
Adoravo l’Alta Moda, sin da ragazzo, infatti, piuttosto che comprare la Gazzetta dello sport, io, collezionavo Vogue. Posso definirla davvero come una passione innata, autentica, vera. Adoravo quindi Valentino, l’ho seguito sin dagli esordi e poi, guarda tu il destino, a breve riuscirò ad aprire la mia nuova boutique a Roma, n.35, a Piazza di Spagna, confinando con la sua. Anni di dura gavetta, ma adesso posso vantarmi da avere realizzato abiti per spose come la Canalis. In realtà, noi siamo già presenti in Stati Uniti, Russia, Giappone, Arabia Saudita, paesi che contribuiscono al 30 % del fatturato. Ma al tempo stesso,  lo siamo pure in 77 boutique italiane, ovvero da Ragusa fino a Torino. Inoltre segnalo le mie tre: quella di Milano, in Viale Bianca Maria, dentro al prestigioso quadrilatero della moda, un’altra a Pescara, all’Uscita dell’A14 Pe/Nord e come accennavo quella che sta per essere inaugurata nella capitale. Di certo non dimentico mai il nostro splendido territorio, il piccolo borgo di Sant’Omero, a cui sono affezionatissimo, dove appunto  presento la mia collezione ogni anno l’8Dicembre convogliandovi testimonial d’eccezione, come ricordavi tu poc’anzi. Ulteriori importanti appuntamenti sono a Milano a maggio, oltre alle fiere che si tengono rispettivamente a Parigi, Barcellona e NY.

 

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Particolare dell’abito-retro

 

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Un altro momento della cerimonia

 

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Un’altra foto inedita…
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L’ennesimo particolare del matrimonio più chiacchierato dell’anno: quello di Elisabetta Canalis

F.F. Sei abruzzese, pensi che la nostra regione sia all’avanguardia nel settore moda? Va detto che la nostra regione è all’avanguardia nella manovalanza. Eppure, molte volte nel passato, è già accaduto che  le grandi firme si siano approfittate della nostra artigianalità e manualità. Possiamo paragonare l’Abruzzo ad una sorta di terra di conquista, dove però, complice il mancato interessamento delle   istituzioni, nessuno abbia mai investito. Facciamo l’esempio della Val Vibrata, dove c’è un polo fieristico del tutto  abbandonato. Milioni di euro buttati lì senza essere mai stati valorizzati. Resta che comunque l’Abruzzo ha le migliori artigiane d’Italia. Nonstante ciò, questo sapere non è mai stato adeguatamente tutelato, trasmesso, salvaguardato. È mancata cioè la sensibilizzazione da parte dei vari enti interessati. Ecco che poi, poiché i ragazzi si sono riversati in settori come le P.A. , queste sono inevitabilmente esplose, nel senso che non sono più riuscite ad assorbirli. La disoccupazione è stata allora  una inevitabile conseguenza di questa situazione, a ben vedere  assurda. Il tutto perché i nostri antichi mestieri, non sono stati valorizzati  dalle nostre istituzioni. Mancano modelliste. Le ricamatrici, inoltre, sono sì bravissime, ma ormai anziane. E nemmeno le figlie, purtroppo, hanno seguito le loro orme. È una strada senza uscita. Mi viene in mente anche la vicina azienda di Brioni( di Penne),  che vedo lo stesso andare alla grande in Francia, a Parigi. Ma se andiamo alle origini dell’odierno problema, in Abruzzo è in realtà venuta meno l’attenzione della politica al settore manifatturiero. La grande bravura delle nostre donne, abili in simili lavori fatti a mano, era un valore aggiunto che non c’è nelle altre regioni.  Come ripeto, sta scomparendo.  Va sottolineato anche un altro concetto. Gli stessi imprenditori non hanno saputo- e forse voluto- investire nel brand italiano. Hanno preferito deloocalizzare già dieci anni fa. Ecco come hanno perso la qualità.
F.F.  Quali sono gli ingredienti della tua moda?
La mia donna è molto femminile, mai volgare,  conscia del suo ruolo così come della sua posizione sociale, determinata.  Una donna che cioè,  persino il giorno del suo matrimonio, sfoggia un abito sì glamour, ma che  al contempo, faccia capire il suo carattere di italiana, mediterranea. La bellezza a cui io mi ispiro è verace, anzi a tal riguardo vorrei rimarcare  che il mio campionario non parte da taglie piccole come accade in Francia ovvero la 36, bensì dalla 42. Penso infatti che specie attraverso le pubblicità, i media, le ragazze debbano essere incentivate ad un altro modello di femminilità. Sarebbe perciò sbagliato dare quelle immagini e prototipi di eccessiva magrezza.
F.F. Hai avuto l’onore e l’onere di vestire Elisabetta Canalis nel suo giorno più bello…raccontaci, se puoi, tutto quello che non hai detto agli altri giornali…
Elisabetta è una carissima amica, adora i mie abiti abbiamo lavorato insieme in diverse occasioni. Quindi, le ho realizzato molti abiti, in verità, in occasioni tra le più variegate. Solo che in Italia, il mito del vestito da sposa, è quello che più di ogni altro resiste a tutti i tempi, è quello più efficace, giudicato, e al tempo stesso ammirato. Per quanto riguarda una cosa che non ho mai detto? Beh, voleva che valorizzassi il suo…lato B. Allora, ho realizzato il primo bozzetto. Nel frattempo, però, gliene ho proposti anche degli altri. Lei  era nvece rimasta subito  entusiasta del primo, ed il primo è stato. Posso raccontarvi che è in verità na ragazza molto semplice. Smentisco qualsiasi voce circa la sua arroganza o altezzosità. Di certo, l’hanno invidiata tanto, soprattutto le donne, arrivando a malignare in ogni modo. E questo, non lo trovo giusto. Noi maschietti, non siamo così cattivi. Mi ricordo che l’hanno scorso, quando ci siamo sentiti in occasione dell’8 Dicembre, io le ho chiesto quando avrebbe avuto intenzione di mettere su casa e famiglia. E lei: “Non accadrà mai”. Poi, mi chiama – a marzo – e mi dice: “Alessandro, tu mi hai portato fortuna, sono in dolce attesa, ho trovato questa persona così speciale…”. Io sono stato molto contenta per lei, Brian( Perri ) è un chirugo famosissimo a Los Angeles, un vero luminare nel suo campo. Tuttavia, Elisabetta è rimasta la ragazza-maschiaccio di sempre. Una sera a Milano, per andare in un locale famoso, lei sarebbe uscita anche in jeans e maglietta. Sono stato io a farla cambiare. Ora, a Los Angeles, sta crescendo molto sotto il punto di vista professionale. Si sta impegnado in corsi di recitazione, vuole intraprendere la strada del Cinema. Si sta quindi preparando adeguatamente.
F.F.Il sogno di Alessandro, abituato a realizzare sogni…
Di certo, sono stato fortunato nella mia vita, come dicevo, sto per aprire un negozio anche a Piazza di Spagna. Resta tuttavia il sogno americano, non solo di vendere, ma di realizzare una boutique tutta mia. E spero di farcela pure questa volta.

 

Federica Ferretti